dalla regolamentazione alla rappresentazione nei prodotti culturali

INTRODUZIONE
Il termine Intelligenza Artificiale viene coniato da J. McCarthy durante il convegno al Dartmouth
College, da lui organizzato, nel 1956. Ancor’ prima, nel 1943, W. McCulloch e W. Pitts pubblicano
un articolo in cui mostrano che una serie di neuroni artificiali sono in grado di eseguire funzioni
logiche basilari. Questo sistema può imparare attraverso l’esperienza ed eseguendo tentativi ed errori
che rafforzano o indeboliscono le connessioni tra neuroni 1 .
Nel 1950 Alan Turing scrive un articolo, Computing machinery and intelligence, in cui si pone il
quesito riguardo la possibilità per una macchina di poter pensare. Su questo articolo si basano i
successivi studi sull’intelligenza artificiale 2 .
Nel 2004, lo stesso McCarthy definisce l’Intelligenza Artificiale: «È la scienza e l’ingegneria della
creazione di macchine intelligenti, in particolare di programmi informatici intelligenti.Si tratta di un
compito simile a quello di utilizzare i computer per comprendere l’intelligenza umana, ma l’IA non
deve limitarsi a metodi biologicamente osservabili.» 3
La definizione di IA comprende anche le sottocategorie dell’apprendimento automatico e profondo.
L’IA nasce come una disciplina informatica, ma poi si sviluppa in molti altri campi come la
sociologia, l’economia, le scienze biomediche 4 .
Il programma di fondo dell’IA è quello di realizzare macchine in grado di comportarsi come gli esseri
umani. Durante i primi anni però i ricercatori incontrano delle difficoltà, derivanti dalle limitazioni
tecnologiche dell’epoca, e dalla consapevolezza della difficoltà nella realizzazione di una macchina
che sia intelligente in tutti i campi 5 .
I ricercatori scelgono allora di ridimensionare i loro obiettivi e optano per la creazione dei cosiddetti
sistemi esperti: programmi in grado di risolvere problemi in domini limitati. L’obiettivo è quello di
focalizzarsi sulla capacità di risolvere singole problematiche mediante tutto ciò che si conosce sul quel
determinato argomento. 6
Esistono due tipi di IA, l’IA forte e quella debole 7 . Quella debole è orientata a eseguire attività

1 L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile, https://www.cnr.it
2 ibidem,
https://www.cnr.it/sites/default/files/public/media/attivita/editoria/VOLUME%20FULL%2014%20digital
%20LIGHT.pdf

3 Cos’è l’Intelligenza Artificiale (AI), https://www.ibm.com
4 Intelligenza Artificiale: storia, progressi e sviluppi tra speranze e timori, L. Portinale,
https://www.medialaws.eu
5 Intelligenza artificiale: i primi 50 anni, L. Carlucci Aiello, M. Dapor,in Mondo Digitale n.2, 2004
http://archivio-mondodigitale.aicanet.net
6 ibidem, http://archivio-mondodigitale.aicanet.net
7 IA che cos’è l’Intelligenza Artificiale, https://www.sas.com

specifiche, ed è alla base della maggior parte dell’IA che ci circonda oggi (ad esempio è in grado di
abilitare applicazioni come Siri di Apple o Alexa di Amazon).
L’IA forte, invece, è composta da intelligenza artificiale generale e da super intelligenza artificiale.
Questo tipo di IA ad oggi rimane solo teorica. Non ci sono ancora esempi pratici in uso oggi, ma i
ricercatori ne stanno studiando i possibili sviluppi.
Con il crescente sviluppo e utilizzo dell’IA, sono venuti a crearsi dibattiti anche riguardo l’etica e la
giurisdizione su questa nuova tecnologia. I film di Hollywood hanno contribuito allo sviluppo di
questi dibattiti, poiché hanno diffuso un immaginario che spesso rappresenta l’IA come androidi che
avrebbero conquistato il mondo e sostituito gli esseri umani. Gli archetipi dell’immaginario sull’IA,
che si sono sviluppati, diffusi e che persistono ancora oggi, descrivono questa tecnologia
principalmente come un’altra forma di vita autonoma; come una replica della vita umana; come una
vita artificiale controllata dall’uomo o addirittura come un super-essere.
Oggi l’Intelligenza Artificiale è importante perché ha permesso di automatizzare compiti manuali che
ora vengono svolti in modo affidabile e senza fatica; aggiunge intelligenza a prodotti già esistenti (ad
esempio Siri, Alexa, app di social network); l’IA si adatta con algoritmi di apprendimento progressivo
che si modellano sui dati, per fornire poi agli utenti indicazioni specifiche e vicine ai loro gusti;
analizza dati sempre più in profondità, aiutando ad esempio a far fronte alle frodi; raggiunge
precisione grazie allo sviluppo sempre maggiore del deep learning, fornendo grandi aiuti anche in
campo medico. 8
L’IA oggi si sta dimostrando utile ed efficace anche in ambiti creativi e che riguardano nuove
invenzioni. Le attuali macchine sono in grado di svolgere sia le attività dell’emisfero destro che quelle
dell’emisfero sinistro del cervello umano, ossia sono rispettivamente in grado di svolgere attività di
riconoscimento, percettive e artistiche, di comunicazione, scrittura e calcolo. 9
Ciò che invece, ad oggi, le macchine non sono in grado di fare riguarda il fatto di poter apprendere in
modo continuo, di mettere in discussione le proprie abilità e cercare di superarle. Lo scopo della
ricerca è ora incentrato sulla possibilità di riprodurre quella parte del cervello umano che connette
l’emisfero destro con quello sinistro. La ricerca non intende creare un essere senziente, poiché alle
macchine manca la capacità di provare emozioni e sentimenti, sviluppare il pensiero critico e
osservarsi mentre agisce. 10

8 ibidem,https://www.sas.com
9 L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile, https://www.cnr.it
10 ibidem, https://www.cnr.it