Cosa ci riserverà l’IA nel prossimo futuro? A questa domanda tanto ampia, quanto complessa possono
rispondere soltanto quella lunga serie di ingegneri, studiosi e ricercatori che da pochi anni stanno
mettendo in campo tutte le loro conoscenze per creare un tipo di IA che possa essere sempre più
performante e al servizio dell’uomo. Vari sono gli ambiti di applicazione e di teoria d’applicazione,
dalla pura tecnologia, all’architettura, dalla biotecnologia all’ingegneria dei materiali fino alla
medicina.
Medicina e domotica
Il futuro prossimo della medicina sarà caratterizzato da un’evoluzione delle classiche tecniche di
diagnosi e cura del paziente.
L’intelligenza artificiale, dunque, correrà in aiuto della sanità, affinché possa essere, da un lato
garantito il miglior trattamento possibile con i mezzi più all’avanguardia, dall’altro un sistema
d’analisi di dati a disposizione della sanità.
Il termine “medicina 4.0” è sempre più utilizzato nella letteratura scientifica e profana e rimanda
all’idea di una nuova era della Medicina 1 , un normale completamento della cosiddetta “quarta
rivoluzione industriale”. «Come le rivoluzioni che l’hanno preceduta, la quarta rivoluzione
industriale ha il potenziale di migliorare la qualità della vita per i popoli di tutto il mondo 2 ». Con
questa frase di un articolo pubblicato nel 2015, l’economista Klaus Schwab, ricalca il fondamentale
ruolo che l’intelligenza artificiale assumerà in ogni sua declinazione, predicendo un futuro non
lontano caratterizzato da nuovi aspetti letti in chiave ottimistica.
E’ fondamentale compito del lavoro degli ingegneri la modalità grazie alla quale l’IA potrà capire
come profilare una quantità pressoché indefinita di dati clinici e genetici che possiede la comunità
medica. I Big data da analizzare sono le cartelle cliniche, i risultati scientifici, le indagini svolte, gli
esiti che hanno prodotto e il materiale amministrativo, senza considerare altri importanti dati di
interesse medico, come i dispositivi che tracciano la mobilità, che misurano variabili biologiche, che
monitorizzano gli stili di vita. In tal caso sono un valido supporto gli IoT 3 , tutti quei dispositivi,
intelligenti, smart ed elettronici, in grado di raccogliere i dati e di renderli disponibili in rete. Si pensi
ad esempio agli smartwatch o ai sensori medicali. Sarebbero utili anche delle risorse aggiuntive, che
potrebbero aiutare a capire lo sviluppo della malattia in itinere, ancor prima degli accertamenti medici.
E’ questo il caso delle ricerche preliminari che i pazienti del XXI secolo effettuano, richiedendo ai
social networks o al “dottor Google” spiegazioni sulle proprie sensazioni fisiche. Questa mole di
lavoro potrà essere snellita automaticamente dalle macchine, o meglio, dall’intelligenza artificiale,
velocemente, senza errori e senza lo sforzo di analisi a 360° da parte dell’essere umano, il quale
impiegherebbe un tempo notevole ad analizzare l’intero materiale.
La medicina 4.0 comprende tre nuove prospettive nel settore medico e cioè la medicina integrativa, la
medicina rigenerativa e la medicina di precisione.
1 Cappelletti, P. “Medicina 4.0. Un’introduzione.” Riv Ital Med Lab, 2018.
www.link.springer.com/article/10.1007/s13631-018-00204-5
2 Schwab, Klaus. “The Fourth Industrial Revolution.What It Means and How to Respond.” Foreign
Affairs, 2015, www.foreignaffairs.com/world/fourth-industrial-revolution
3 Internet delle cose. Espressione coniata nel 1999 dall’ingegnere Kevin Ashton, per descrivere un
mondo fisico connesso a Internet attraverso dei sensori.

La medicina integrativa, nasce come protesistica, ma con l’autonomizzazione di sistemi
dell’interfaccia sensoriale neurologica e di riattivazione di circuiti neuronali, la prospettiva sarebbe
quella di realizzare cyborg; crasi di elementi umani e artificiali in evoluzione da esseri umani
potenziati ad androidi, e fyborg (functional cyborg), individui potenziati tramite estensioni
meccaniche ed elettroniche non innestate nel corpo, che potrebbero spingere la riflessione e il
dibattito sul “postumano/transumano”” 4 .
La seconda area d’interesse è la medicina rigenerativa, la cui prospettiva sarebbe quella di ricostruire
il tessuto di un paziente in laboratorio, partendo dalle sue stesse cellule. Quindi non più da un
donatore a un ricevente, ma utilizzare cellule del paziente stesso per evitare ogni possibile problema di
rigetto.

5
La medicina di precisione tende invece al trattamento e prevenzione delle malattie sulla base della
variabilità individuale dei geni, ambiente e stili di vita. L’obiettivo è rendere le cure personalizzate,
quasi sartoriali e confrontabili fra i pazienti più disparati al fine di comprendere e trattare al meglio le
cause profonde delle malattie. La medicina personalizzata rappresenta uno degli approcci più
promettenti per affrontare le malattie

6 .
Un’altra sfera di applicazione dell’intelligenza artificiale già ben avviata, ma in fase di miglioramento,
è sicuramente quella della domotica intelligente, anche detta “smart home”. I sistemi domotici,
apprendendo dati e preferenze degli utenti, possono venire in loro aiuto e adattarsi nel tempo. I dati,
ricavati anche dall’utilizzo dell’IoT e ulteriori applicazioni di domotica evoluta, sono la chiave di
lettura per permettere al sistema di domotica di imparare le abitudini di coloro che vivono in una casa,
e agire di conseguenza, regolando automaticamente la temperatura in base alle preferenze,
ottimizzando l’uso dell’energia, accendendo e spegnendo le luci anche in assenza di persone.
L’integrazione dell’AI nella domotica consentirebbe la creazione di assistenti virtuali intelligenti, che
non solo, come nel caso del folletto lavapavimenti, può effettuare una sola operazione in maniera
quasi del tutto autonoma, ma questi assistenti possono rispondere alle domande degli utenti (Alexa), e
in futuro potrebbero eseguire anche compiti complessi, come la gestione degli elettrodomestici e
persino anticipare le necessità degli utenti basandosi sui loro modelli di comportamento.
Esistono sistemi d’intelligenza artificiale, che possono essere utili per l’assistenza agli anziani.
Possono aprire porte, salire scale, afferrare oggetti, sollevare pazienti non più autonomi, riconoscere i
volti delle persone e monitorare i movimenti del corpo, assistere i malati e riconoscere lo stato
emotivo degli anziani. Insomma, l’IA potrebbe essere la svolta anche per ciò che riguarda l’assistenza
alle persone che hanno bisogno di un aiuto anche per portare a termine le operazioni più semplici. Un
altro degli esempi più lampanti è sicuramente quello legato alle applicazioni di domotica evoluta, ma
dinamiche omologhe saranno quelle con le quali sarà gestita, in prospettiva futura, la circolazione di
self-driving o driverless car 7 .
4 Cappelletti, Piero. “Medicina 4.0. Un’introduzione.” La Rivista Italiana della Medicina di Laboratorio –
Italian Journal of Laboratory Medicine, 2018. www.link.springer.com/article/10.1007/s13631-018-
00204-5#Sec1

5 Fantoni, Antonio, et al., editors. Biologia cellulare e genetica. Piccin-Nuova Libraria, 2008.
6 Maestri, Enrico. “FEMteche l’avvento della medicina pervasiva:incubo o nobile sogno?” BioLaw
Journal –Rivista di BioDiritto, 2023. www.teseo.unitn.it/biolaw/article/view/2753/2640
7 U.Ruffolo, Intelligenza artificiale: il diritto, i diritti e l’etica, Teche-Law, Giuffrè Francis Lefebvre ed.,
2022 www.shopdata.giuffre.it/media/estratti/ESTRATTO_024209023.pdf

Questi sono solo alcuni dei molteplici casi in cui l’intelligenza artificiale potrà essere sfruttata come
risorsa, partendo come “mezzo” a servizio dell’uomo, al fine di ottenere un dato risultato, per poi
passare alla dimensione di “agente” in quanto “collegante” di dati possibilmente collegabili. Il
quadrante sinistro è il cosiddetto “safe place” per quella che idealmente in futuro potrebbe
determinare la buona convivenza tra umano e macchina. Il quadrante destro, invece, illustra le
condizioni secondo cui il “potere” potrebbe passare inevitabilmente dalle uniche e sole mani
dell’umano a quelle dell’IA, a cui toccherà dividerlo con il suo creatore.